Porcetto di Sardegna verso il riconoscimento del marchio IGP, il ruolo della rete degli emigrati sardi

Porcetto di Sardegna verso il riconoscimento del marchio IGP, il ruolo della rete degli emigrati sardi
Porcetto di Sardegna verso il riconoscimento del marchio IGP, il ruolo della rete degli emigrati sardi


 

Il riconoscimento del maialetto sardo con il marchio di Indicazione Geografica Protetta è stato al centro dell’incontro tenutosi il 9 gennaio a Cagliari, organizzato dal Comitato promotore del Porcetto di Sardegna IGP presieduto da Giorgio Demurtas, e ha coinvolto istituzioni locali, associazioni di categoria, università e rappresentanti della realtà produttiva sarda. L’incontro che anticipa la presentazione del Dossier per il riconoscimento, ha evidenziato l’importanza del prodotto nella tradizione gastronomica dell’isola e posto l’accento su come l’ottenimento del marchio IGP possa rappresentare una spinta decisiva per l’economia agricola e il turismo enogastronomico della Sardegna.

 

Un percorso tra tradizione e innovazione

 

Tra le figure che hanno dato un contributo significativo a questa iniziativa spicca il ruolo della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI) e del suo presidente, Bastianino Mossa. In occasione della conferenza, è emersa chiaramente l’intenzione di proteggere non solo il valore economico, ma anche quello culturale del maialetto sardo. Questo alimento, infatti, è da secoli un simbolo identitario della Sardegna, che ne racconta le radici pastorali e il legame con il territorio. La FASI ha messo a disposizione la propria rete di contatti e la sua esperienza organizzativa per promuovere l’iniziativa su scala nazionale. In particolare, il presidente Mossa ha più volte sottolineato come il marchio IGP non sia soltanto un riconoscimento giuridico, ma un mezzo per preservare la qualità e l’autenticità del prodotto, contrastando le imitazioni e garantendo ai consumatori un’esperienza autentica.

 

L’importanza dell’identità sarda per i migranti

Uno dei punti centrali dell’intervento di Mossa riguarda il significato che il Porcetto ha per i sardi emigrati. Durante le conferenze è stato messo in luce come i prodotti simbolo della Sardegna, quali il Porcetto, rappresentino una forma di legame culturale per chi vive fuori dall’isola. “Non si tratta solo di un alimento, ma di un pezzo di Sardegna che ci unisce e ci fa sentire vicini alla nostra terra, ovunque siamo”, ha affermato Mossa in uno degli incontri pubblici.

Questo aspetto ha permesso di evidenziare il valore immateriale del riconoscimento IGP: il Porcetto non è solo un prodotto commerciale, ma una testimonianza della storia e della tradizione sarda che trova una risonanza emotiva anche nelle comunità diasporiche.

 

Un futuro di tutela e valorizzazione

Il processo per ottenere l’IGP prevede un iter rigoroso, che implica il rispetto di rigidi disciplinari produttivi, e proprio su questo punto la FASI, insieme al Comitato Promotore del Porcetto di Sardegna IGP, ha avviato un lavoro di sensibilizzazione e dialogo con produttori e istituzioni. Questo approccio mira a coniugare le esigenze del mercato con quelle di una produzione sostenibile e rispettosa delle tradizioni locali.

Il riconoscimento ufficiale, oltre a garantire la tracciabilità e la tutela del prodotto, aprirebbe le porte a nuovi mercati, rafforzando il settore suino regionale e incrementando l’attrattività turistica. Le esperienze di successo di altri prodotti IGP, come l’Agnello di Sardegna, sono state più volte citate durante l’incontro come esempio di come un marchio di qualità possa trasformare una filiera.

Nelle prossime settimane il Dossier elaborato dal Comitato promotore verrà presentato al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e all’Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale della RAS, con l’obbiettivo di ottenere il bollino IGP entro il 2025.

L’incontro di presentazione del progetto di riconoscimento IGP ha rappresentato non solo un momento di riflessione sul valore culturale e sociale del prodotto, ma anche un’occasione per costruire una strategia condivisa tra istituzioni, produttori e associazioni. Il contributo della FASI sarà fondamentale per creare un ponte tra la Sardegna e le sue comunità in Italia, dimostrando che la tutela del patrimonio locale passa anche attraverso la valorizzazione fuori dall’Isola.

Leave your comment